domenica 19 febbraio 2012

Xeno

Non ci sono rose rosse, solo asfalto mischiato alla pioggia,
sotto la luce biancastra di due occhi stretti e impietosi
che mi guardano indifferenti mentre vado via.
Sul muro proiettano la mia sagoma smunta,
spettro d’angoscia incredula,
che s’allontana a passi svelti
come di chi fugge alla sensazione di un inseguimento.
Ma nessuno segue quella figura ferita,
gli occhi meccanici guardano già altrove
e sembrano di colpo incredibilmente lontani;
la loro luce allo xeno illumina già un’altra strada,
altre intenzioni, nella direzione opposta,
da quella parte della finestra dove ora fa male guardare.

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